Se siete andati al cinema a vedere I Love Radio Rock, siete entrati in contatto con un pezzo della storia della musica mondiale poco visibile e poco studiato. Il film, irresistibile, divertente e commovente, ripercorre le fantastiche gesta controcorrente delle radio pirata, dei barconi del rock, che mandavano in onda e mandavano in onda la ribellione e l’esuberanza sixty.
In Italia, per firma del giornalista, autore e conduttore radiofonico Andrea Borgnino esce, alla sua seconda edizione edito da Persiani, il libro Radio Pirata, un’appassionata ricerca sul mondo delle emittenti libere: un fantastico e pulsante sottobosco musicale conosciuto grazie all’ascolto di una stazione olandese che trasmetteva musica folk in un pomeriggio del 1990.
"Gestire un’emittente privata è una delle imprese più soddisfacenti e meno remunerative che abbia mai intrapreso". Il libro si apre con questa onesta dichiarazione ed è una lunga storia, quella delle radio illegali, che è riuscita a diffondersi per più di quarant’anni quasi senza interruzione dall’Europa all’America, sfidando la legalità e la concorrenza dei grandi network, rimanendo sempre fedele alla propria missione: diffondere in tutto il mondo in libertà musica, energia e voglia di comunicare.
L’autore, partendo dalla propria esperienza di ascoltatore casuale, si sintonizza, studia ed intervista i primi dj bucanieri dell’etere restituendo voce a questo mondo sconosciuto e pulsante cercando di offrire una chiave di ascolto alternativa alle emittenti più o meno commerciali alle quali siamo soliti sintonizzarci.
Il saggio ha uno stile fresco, come se avesse incorporato la vivacità degli speaker radiofonici dei primi anni sessanta, e parte con la ricostruzioni delle prime stazioni off-shore pioniere dell’etere, come Radio Coraline o Radio Veronica, che trasmettevano dalle gelide acque del Mare del Nord, rispettivamente dal battello Mi Amigo a dal Bonjour.
Il viaggio prosegue in Olanda, nei campus universitari americani (Free Radio Berkeley), in Croazia, in Israele passando per le artigianali radio "condominio", micro stazioni che sfruttano i coni d’ombra non occupati dalle emittenti ufficiali e che liberano la musica dalle rigidità dei palinsesti. Come ultima tappa, si giunge all’enorme diffusione delle radio su internet e si discute di come questo abbia modificato il profilo delle radio pirata. Grazie alle nuove tecnologie infatti la radio diventa un potente strumento di comunicazione bidirezionale, dove anche gli ascoltatori interagiscono esprimendosi sempre in maniera completamente libera. (Per capire quanto siano importanti le radio su internet, è bastato seguire le più recenti vicende di cronaca iraniane).
Radio Pirata è dunque un saggio che colma un buco nella storia dell’editoria radiofonica e restituisce al lettore un’avventurosa manciata di storie che riguardano bucanieri dell’etere e lungimiranti e pazzi finanziatori.
http://www.nonsolocinema.com/Radio-Pirata-di-Andrea-Borgnino_17327.html
giovedì 16 luglio 2009
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