Roma, Italia - Un'alternativa economica e non inquinante per l'esperimento scientifico atmosferico
(WAPA) - In Italia esiste un gruppo di ricerca denominato Laser Rocket Team, composto principalmente da amatori sperimentatori di missilistica, che ha progettato, ideato e promosso il "Progetto Stratosfera", che ha come ambizione la costruzione ed il lancio di un vettore missilistico recante strumentazione scientifica alla quota stimata di 10-15.000 metri e di recuperare al rientro i diversi componenti.
La prerogativa principale del progetto è quella di rappresentare un'alternativa economica e non inquinante per la sperimentazione scientifica atmosferica o prospettare una famiglia di vettori commerciali da impiegare per esperimenti a gravità zero.
Le finalità del progetto sono di altissimo valore didattico, in quanto tutti gli elementi strutturali, l'equipaggiamento elettronico, la strumentazione radio, i sistemi di propulsione e di guida, il sistema di rientro autoguidato, le attrezzature di lancio e di assistenza a terra sono studiati appositamente ed internamente dal gruppo di lavoro, affrontando un'insieme di problematiche tecniche di elevata difficoltà.
Il punto di vista del Laser Rocket Team concepisce la disciplina della missilistica come strumento di ricerca con scopi pacifici. Non mira all'impiego militare.
Il progetto è in attesa di effettuare test ufficiali per la valutazione delle caratteristiche dei materiali e l'efficienza delle apparecchiature in modo da ottenere la massima affidabilità di tutti i dispositivi.
C'è una particolarirà: l'utilizzo di tecnologia ibrida nella progettazione del sistema di propulsione consente infatti di non utilizzare componenti esplosivi o potenzialmente pericolosi per la salute umana. Infatti, i motori ibridi per razzi (così chiamati perché alimentati da propellenti fisicamente separati composti da un comburente gassoso e un combustibile solido) sono dei propulsori a reazione che non impiegano i tradizionali propellenti solidi composti prevalentemente da perclorati o nitrati mescolati a sostanze combustibili. Il motore ibrido oggetto della sperimentazione usa il protossito d'azoto come comburente, e dei normalissimi materiali plastici (polimeri) come combustibile, nella fattispecie pvc o nylon.
Di particolare rilievo il sistema di rientro autoguidato per vela alare. Il rientro del vettore "Stratosfera" prevede il touch-down il più possibile vicino al punto di decollo, ma la presenza di venti nell'alta atmosfera (jet stream) potrebbe provocare un atterraggio molto distante dal punto desiderato. Per evitare ciò è stato studiato un sistema di guida basato sull'impiego del Gps. Il paracadute è sostituito da una vela alare, per la precisione è la versione NPW5, conosciuta come "Ala Rogallo".
All'apogeo (12 km) viene espulso un paracadute drougue di piccole dimensioni, che accompagna la discesa fino ad una quota di 2000 metri. Ha lo scopo di stabilizzare in assetto verticale la cellula e permettere le riprese con la telecamera di bordo che è puntata verso il basso. Quando la quota intermedia viene raggiunta, un sistema di sgancio permette l'espulsione della vela alare, racchiusa in uno speciale sacco sfilabile. Quando il cavo principale entra in trazione, il drougue estrae la vela dal suo contenitore insieme alle corde e al package di autoguida. La vela si gonfia e il sistema entra in funzione, pilotando il servocomando in modo da dirigere la vela verso la verticale del punto di lancio, precedentemente memorizzato prima del decollo. Una volta che la verticale è raggiunta, il sistema di controllo imposta una rotta a spirale continuamente corretta in caso di scarroccio dovuto al vento.
Al progetto ha contribuito anche Amsat Italia (per maggiori approfondimenti vedi AVIONEWS), organizzazione di livello mondiale che raggruppa radioamatori interessati nelle radio-comunicazioni e nelle tecniche spaziali, nel completamento e sviluppo dell'avionica del vettore missilistico. (Avionews)
http://www.avionews.it/index.php?corpo=see_news_home.php&news_id=1101760&pagina_chiamante=corpo%3Dindex.php
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